Al di là degli aspetti materiali, seppur decisamente importanti, è importante capire qual è la filosofia (o l’approccio) che sta dietro un prodotto. Nel corso degli anni, spesso le persone che hanno ascoltato i prodotti NORMA, e che ne sono rimaste entusiaste, ci hanno chiesto quale ne fosse il segreto.
All’inizio abbiamo cercato di mettere a fuoco la risposta, in quanto, essendo tali prodotti una nostra diretta espressione, ci risulta vano apparentemente semplici e privi di segreti. Lontano da noi l’intento autocelebrativo, col tempo siamo giunti alla conclusione che, come spesso accade in altri ambiti della vita, le cose veramente importanti, sono quelle meno manifeste, una sorta di pensiero promotore che poi nella materia origina gli effetti; per esempio, rimanendo in un campo a noi parallelo, qual è il segreto che conferisce ad un violino Stradivari un suono così particolare?
Prima di entrare nell’ambito dei contenuti tecnici dei prodotti NORMA, è utile fare una premessa. Gli elementi che all’interno di una elettronica audio hanno un’influenza sul risultato finale sonoro, sono decisamente numerosi (topologia circuitale, tipo e qualità dei componenti, costruzione meccanica, alimentazione, solo per accennarne alcuni) e fra di loro interdipendenti. E’ quindi assolutamente necessario che, nel rapportarsi alla tecnica, si abbia una visione d’insieme il più possibile ampia. Infatti, nel caso in cui una particolare scelta privilegi un solo aspetto dell’insieme, si avranno, come risultato complessivo, controindicazioni ed effetti collaterali in misura maggiore dei benefici che quella stessa scelta limitata avrà apportato.
E’ forse meno difficile realizzare una buona elettronica che descriverne, a parole, il suono utilizzando il linguaggio. Anche se l’esperienza di ascolto è unitaria, così come accade per tutto ciò che ci circonda, è attitudine della nostra mente cercare di scomporla in singoli fattori. Questa via, che in parte seguiremo anche noi, presenta però un grande limite; così come tentando di descrivere un essere umano sezionandone gli organi, ci si priva della cosa più importante che è la vita, anche in questo caso, cercando di descrivere l’esperienza di ascolto in tante componenti separate, si corre il rischio di non trasmettere l’impatto emotivo unitario che spesso è molto più della somma delle singole parti.